La città di Voghera: sapori e cultura di confine

La città di Voghera: sapori e cultura di confine

Voghera è il punto di partenza della Greenway Voghera-Varzi. Sorta probabilmente in epoca romana come Iria, Voghera oggi presenta il volto di una città del Vecchio Piemonte, punto di passaggio di merci, popoli e influssi al confine tra Lombardia, Piemonte, Emilia e Liguria.

Non sono poche le sorprese che Voghera può riservare ad un visitatore attento che — a piedi o in bicicletta — decida di percorrere le sue strade, sull’impianto urbano ancora medievale. Partendo dalla Velostazione verso il centro storico, si incontra subito il Monumento di Caduti per la Patria, un’intero istituto scolastico edificato in uno stile di transizione tra l’eclettismo dei primi del Novecento e il nascente razionalismo e monumentalismo del ventennio. 

Si arriva alla via Emilia: proseguendo verso ovest si incontrano il Teatro Sociale — inaugurato nel 1845 e che vide sul podio anche un giovane Arturo Toscanini, la Casa-museo di Carlo Gallini (creatore dell’omonima fondazione per lo sviluppo agricolo, mecenate, pittore e collezionista d’arte) e la chiesa di San Rocco (importante santo europeo che morì proprio a Voghera, di cui si conserva la preziosa reliquia del braccio a seguito del trafugamento del corpo da parte dei Veneziani).

Ai confini del centro si collocano l’ex Caserma di Cavalleria — grandiosa installazione militare sorta in corrispondenza dell’unità, che oggi ospita la Biblioteca ricottiana, il Museo storico e il Museo di Scienze naturali — e la chiesa e convento di Santa Maria della Grazie a Voghera, del XII sec. con un ciclo di affreschi che ricorda papa Pio V (che qui iniziò il percorso religioso domenicano). Il legame di Voghera con la cavalleria è testimoniato anche dalla presenza del Tempio Sacrario della Cavalleria italiana, istituito all’interno dell’antichissima Chiesa Rossa — o chiesa di Sant’Ilario — pregevole testimonianza romanica del XII sec.

Sul tratto orientale della via Emilia si incontra, invece, l’oratorio di San Sebastiano (piccola chiesa barocca che conserva opere del Borroni) e, non molto distante, la chiesa del Carmine, gioiello manierista terminato nel Seicento.

Cuore della città è piazza Duomo, su cui si affaccia il palazzo municipale ottocentesco in forme classiche e, soprattutto, la grande Collegiata di San Lorenzo Martire. Oggetto di un attento restauro, oggi consente di leggere una vasto ciclo di affreschi prevalentemente databile al primo decennio del Novecento. La chiesa originale, romanica, fu sostituita con quella attuale — a croce greca modificata — nel Seicento; al suo interno, oltre agli affreschi, si ammira una trecentesca Madonna del Soccorso e il tesoro del Duomo conserva preziose veste liturgiche donate da Papa Pio V, antifonari medievale miniati dal Maestro delle Vitae Imperatorum e un prezioso reliquiario voluto da Gian Galeazzo Visconti per conservare la Sacra Spina, reliquia della corona di spine data alla comunità cittadina dalla Regina Teodolinda, secondo la tradizione, e più probabilmente arrivata con i crociati (Voghera era sede di un ospedale dell’Ordine di San Giovanni di Malta).

A Gian Galeazzo Visconti si deve anche l’istituzione nel 1382 della Fiera di San Bovo, poi dell’Ascensione, una delle più antiche della regione. La Sensia — come è nota in dialetto — è anche l’occasione per scoprire i tanti sapori della città e dell’Oltrepò, molti dei quali hanno ottenuto il riconoscimento De.Co. (Denominazione Comunale): i ravioli di brasato col loro sugo, la mostarda vogherese (retaggio dell’enogastronomia medievale e rinascimentale), la cipolla dorata, il famoso peperone di Voghera…

La visita, prima di riprendere il percorso della Greenway Voghera-Varzi, non può concludersi senza una tappa ancora nel segno della potente famiglia Visconti, con il Castello. Edificato nelle forme attuali nel XIV sec. e poi modificato nei secoli successivi: oggi vi si possono ammirare lacerti di affresco, alcuni dei quali attribuiti al Bramantino e ritraenti le muse.