I castelli dell’Oltrepò lungo la Greenway

I castelli dell’Oltrepò lungo la Greenway

L’Oltrepò Pavese, come un po’ tutta la Provincia di Pavia, è terra di castelli e di testimonianze del Medioevo; non a caso in queste terre i Longobardi fissarono il centro del proprio regno quasi millecinquecento anni fa.

Percorrendo la Greenway Voghera-Varzi, sono numerosi manieri e rocche che si incontrano, alcuni privati altri visitabili, ma sempre piani di fascino anche solo da uno sguardo fugace pedalando o passeggiando su questa via verde.

Il primo castello lo si incontra già a Voghera e, da lì, si prosegue tra merlature e masti sino alla Torre delle Streghe di Varzi.


Il Castello Visconteo di Voghera

Edificato su una fortificazione forse già del primo millennio, il Castello di Voghera attuale fu voluto nella seconda metà del Trecento dai Visconti. Tramontato il dominio visconteo, il castello passò di mano a numerose famiglie, sino al Settecento, quando Voghera divenne provincia e il castello ospitò diversi uffici sabaudi, tra cui la magistratura. Fu trasformato in carcere nei primi anni dell’800 e — sostanzialmente abbandonato dopo il secondo conflitto mondiale — fu recuperato a partire dal 1997. Conserva diversi affreschi, tra i quali brani attribuiti al Bramantino raffiguranti le muse. Al suo interno è anche presente la prima camera obscura permanente d’Italia.

Visitabile.


Resti del castello di Mondondone — Codevilla

Sulla collina che domina l’abitato di Codevilla e la pianura, sorgeva un tempo l’importante rocca di Mondondone, edificata forse già nel X sec. e principale centro di potere dell’area. Fu possedimento dei Malaspina, del Monastero del Senatore di Pavia, dei Beccaria e dei conti Rovida, che lo tennero sino all’abolizione del feudalesimo. Oggi ne rimangono alcune tracce di muratura, al centro del piccolo borgo che lo circonda.

Visitabile.


Castello di Retorbido

Si tratta in realtà di un palazzo settecentesco edificato dalla famiglia Durazzo Pallavicini, con due torri quadrangolari gemelle perfettamente visibili dalla Greenway. La sua mole imponente svetta al centro dell’abitato e ricorda il passato termale di Retorbido.

Non visitabile.


Castello di Nazzano — Rivanazzano Terme

Sorge all’imboccatura della Valle Staffora e ne costituiva uno dei due contrafforti — con la Rocca di Montalfeo — per il controllo della Via del Sale lombarda. Edificato a partire dall’XI sec., fu possesso dei Malaspina, dei Sannazzaro e dei Mezzabarba, per poi arrivare ai marchesi Roverato. Oggi presenta alcuni aspetti gotici, conferiti dal restauro nei primi anni del Novecento. La sua alta torre merlata accoglie nel tratto appenninico della Greenway Voghera-Varzi.

 Non visitabile.


Rocca di Montalfeo — Godiasco Salice Terme

Possedimento dei Malaspina, la rocca — anche per la sua importanza strategia — fu rasa al suolo ben due volte: la prima nel 1398 per volontà di Gian Galeazzo Visconti, la seconda nel 1523 su comando di Francesco II Sforza. A partire dai suoi resti, fu riedificato l’attuale castello con una prima campagna di restauri e interventi negli anni ’20 del Novecento e una seconda nei primi anni Duemila.

Non visitabile.


Rocca de’ Ghislanzoni — Rocca Susella

Risalente all’XI sec., questa fortificazione vegliava l’imboccatura della Valle Ardivestra e, parte del feudo vescovile di Tortona, fu dato prima ai Ruino di Montepico e poi, più a lungo, ai Dal Verme. Nel Setecento il Castello fu dei Gambarana — signori della vicina Montesegale — e poi dei De’ Ghislanzoni. Si tratta di una struttura molto articolata, con edifici risalenti ad epoche diverse: la slanciata torre con merlatura ghibellina, il corpo centrale del XVI sec., il terrazzo del XIX sec, l’oratorio dell’Immacolata concezione del XVIII sec.

Non visitabile.


Castello di Montesegale

Il castello domina la parte centrale della Valle Ardivestra (torrente tributario della Staffora) e risale all’XI sec. Circondato da una possente muratura quadrata ghibellina, si articola in molteplici edifici di epoche diverse, dei quali il più antico dovrebbe essere un ampio terrapieno bastionato sormontato da una rocchetta e da una bassa torre. Rimase sempre feudo dei Conti Palatini di Lomello e, poi, dei loro discendenti conti Gambarana. Oggi, a seguito di ampi restauri, ospita anche un museo di arte contemporanea.

Occasionalmente visitabile.


Resti del castello di Pizzocorno — Pontenizza

Fuori dall’abitato, in posizione dominante sulla Valle Staffora e sull’imboccatura della Val di Nizza sorgevano anticamente due castelli. Di uno, costruito probabilmente nel XII sec., rimangono alcune tracce di muratura nel mezzo della vegetazione.

Visitabile.


Castello di Oramala — Val di Nizza

Fulcro del dominio obertengo, il Castello di Oramala fu costruito già nel X sec. su uno sperone roccioso a 758 m s.l.m. affacciato sulla Valle Staffora sopra Varzi. I Malaspina, ramo obertengo che lo ereditò, lo rese un raffinato luogo di cultura che ospitò trovatori provenzali e forse anche Dante. L’aspetto attuale fu dato dai lavori di fortificazione che furono eseguiti nel 1474 per volere di Manfredi Malaspina, realizzando il possente torrione semicircolare che lo rende riconoscibile anche da notevole distanza. Fu abbandonato nel corso del Settecento e completamente recuperato alla fine del XX sec.

Occasionalmente visitabile.


Castello di Casarasco — Val di Nizza

Roccaforte degli Obertenghi, poi dei Malaspina, nella Val di Nizza, fu edificato nel IX sec. non lontano dall’abbazia di Sant’Alberto di Butrio. Rimangano alcune tracce evidenti nell’ampia torre quadrangolare ribassata in epoche successive e nel portale di ingresso.

Non visitabile.


Resti del castello di Bagnaria

Borgo fortificato a metà della Valle Staffora, Bagnaria un tempo possedeva un importate castello, sito nella parte più elevata, non lontano da dove oggi sorge la chiesa parrocchiale. Il castello cadde in rovina a causa di due terremoti: il primo nel 1551 che causò notevoli anni e il secondo, nel 1828, che provocò il definitivo crollo della torre. Uno spigolo e alcuni tratti di muratura sono ancora visibili percorrendo le vie del borgo sino al piazza San Bartolomeo.

Visitabile.


Castello Malaspina e Torre delle Streghe — Varzi

Posto ai margini superiori del borgo, l’attuale Castello di Varzi fu edificato dai Marchesi Malaspina del XIII sec., dopo la suddivisione della dinastia nelle casate dello Spino Fiorito e dello Spino Secco e la nascita, ad opera della seconda, del marchesato di Varzi. Affacciato sulla piazza del municipio e formato da diversi corpi di fabbrica, il Castello è sostanzialmente suddiviso in tre nuclei principali:

  • il nucleo antico, duecentesco, recuperato con gli ultimi restauri e comprendente le stalle, la ghiacciaia, le cantine;
  • la parte affacciata sulla piazza, edificata tra Cinquecento e Settecento, costituente sostanzialmente Palazzo Odetti (i conti, eredi dei Malaspina, che possiedono oggi il castello);
  • la Torre delle Streghe, del XIII sec. e alta 29 metri, proprietà dei Malaspina, degli Sforza e oggi del Comune, che deve il suo nome all’utilizzo come prigione e, secondo la tradizione, teatro di un processo di 25 donne e uomini accusati di stregoneria e arsi nella vicina piazza nel corso nel 1460.

Occasionalmente visitabile. 


Castello di Pietragavina — Varzi

Il fortilizio domina Varzi da 860 m di altitudine e ne protegge il passaggio verso la Val Tidone. Fu costruito nel XII e attribuito ai Malaspina, prima di passare ai Dal Verme nel corso del XV sec. e poi ai Tamburelli di Bagnaria nei primi anni del Settecento. È caratterizzato da un possente mastio centrale e da un nucleo semicircolare che lo circonda, entrambi dotati di merlature guelfe.

Non visitabile.